Presidente: Benedetta Calandra, Università degli Studi di Bergamo.
Discussant: David Burigana, Università degli Studi di Padova.
Relatori:
- Laura Fasanaro, Università Roma Tre, Percorsi di legittimazione delle istituzioni internazionali: sicurezza, energia e ambiente nella Commissione, nell’UNEP e nell’IPCC;
- Marilena Gala, Università Roma Tre, L’essenza paradossale della sicurezza militare nell’era contemporanea;
- Maria Stella Rognoni, Università di Firenze, Per una storia del concetto di “sicurezza” in Africa: interpretazioni e prospettive di ricerca;
Abstract
Nell’era della globalizzazione uno dei paradigmi più usati e abusati per sottolineare la rilevanza di una questione nazionale e/o internazionale è quello della sicurezza. L’apposizione del sigillo della sicurezza trasforma in prioritario e urgente qualsiasi problema o sfida che l’istituzione o il responsabile politico di turno siano chiamati ad affrontare. Nell’ambito dell’approccio teorico alle relazioni internazionali, questo processo viene definito come securitizzazione, nel probabile intento di elaborare una chiave di lettura uniformante e di favorire una metodologia di analisi che dia maggiore spazio alla ricerca di soluzioni politicamente orientate. Per lo storico resta invece cruciale indagare anzitutto la genesi dei fenomeni. Di conseguenza, la centralità del discorso di sicurezza nelle dinamiche internazionali va compresa nella sua progressiva affermazione per non rischiare di perdere di vista una parte essenziale della vita e delle linee di sviluppo del sistema internazionale nel suo complesso. Dalla prospettiva dello storico, perciò, si osserva che l’evoluzione delle relazioni internazionali è in effetti da tempo profondamente influenzata dal dilagare della dimensione di sicurezza nel discorso pubblico, sia questo nazionale, regionale o globale. Tale preponderanza, lungi dall’essersi prodotta soltanto negli ultimi decenni, ha sicuramente subito un’accelerazione e una progressiva intensificazione almeno dagli anni della fine del conflitto bipolare.
Da storici rileviamo il rapporto quasi consustanziale fra l’esercizio del potere in chiave di garanzia contro una minaccia e la legittimazione all’esercizio dell’autorità, in qualsiasi formula giuridico-politica o sociale entrambi si traducano. Rispetto al sistema internazionale contemporaneo, ovvero quello uscito dal riassetto successivo al secondo conflitto mondiale, notiamo il paradosso del valore assoluto acquisito dalle capacità militari quali assicurazione di sopravvivenza e piena sovranità di uno Stato, specie nel momento in cui quelle stesse capacità minacciano la sopravvivenza del genere umano. Contemporaneamente, constatiamo come il diritto alla sicurezza riconosciuto in capo agli individui o allargato agli ambiti dell’accesso alle risorse economiche o ambientali (tanto per citare alcune delle variazioni più importanti intervenute nel discorso di sicurezza a partire almeno dagli anni settanta) sia potenzialmente rivoluzionario nella definizione e riassetto dei futuri rapporti internazionali. Con questo panel ci proponiamo perciò di riflettere sulle origini e sul significato della centralità assunta dalle politiche di sicurezza quale dimensione essenziale delle relazioni internazionali per discutere anzitutto se essa sia stata e sia destinata a diventare sempre di più lo strumento per riconoscere e legittimare – o delegittimare – i singoli attori internazionali, a cominciare dagli Stati. Per questo motivo il panel include tre relatori, ciascuno con uno sguardo rivolto a un periodo o a una dinamica geografica o politica diversa, in modo da cominciare a dipanare una riflessione che benefici dell’interazione di piani di analisi distinti, pur se accomunati dallo stesso obiettivo di indagine.
Interventi
Laura Fasanaro: Percorsi di legittimazione delle istituzioni internazionali: sicurezza, energia e ambiente nella Commissione, nell’UNEP e nell’IPCC.
Questo paper si propone una riflessione sul concetto di sicurezza come elemento di legittimazione/delegittimazione di talune concezioni e strategie all’interno di istituzioni ed enti internazionali che a partire dagli anni Settanta hanno sviluppato una visione politica del nesso energia-ambiente. Si farà riferimento, in particolare, all’emergere della sicurezza ambientale come tema della politica internazionale e all’evoluzione delle sue connessioni con il tema della sicurezza energetica e con altre declinazioni del tema sicurezza nei tre decenni successivi – un quadro nel quale si delinea in maniera più chiara il ruolo delle istituzioni comunitarie, fra queste la Commissione, mentre nascono e guadagnano credibilità alcune fra le più importanti agenzie dell’ONU, lo UN Environment Programme e, più tardi, l’Intergovernmental Panel on Climate Change. L’osservazione della dimensione regionale europea da un canto, e di quella multilaterale Dall’altro risponde ai criteri di una ricerca più ampia, della quale il paper costituisce una tappa preliminare. Fra le domande di fondo, ci si chiede in quale arco temporale, in relazione anche ai diversi soggetti politici e istituzionali, la sicurezza viene percepita essenzialmente come protezione dell’entità statuale e a partire da quando, invece, la diversa percezione delle minacce, o altri processi legati allo sviluppo sociale, al progresso tecnologico o alle scoperte scientifiche, determinano un’evoluzione in altro senso del concetto di sicurezza (sicurezza nazionale vs sicurezza globale).
Marilena Gala: L’essenza paradossale della sicurezza militare nell’era contemporanea
Questa relazione nasce con l’obiettivo di sottoporre alla discussione dei colleghi alcune riflessioni legate agli aspetti politici e diplomatici della disponibilità di armi di distruzione di massa nel contesto internazionale. Gli ordigni nucleari, in particolare, nel lungo secondo dopo-guerra, sono stati una delle ragioni cruciali del successo delle politiche di sicurezza adottate come alternativa al conflitto tra i protagonisti del sistema. La costruzione di arsenali capaci di provocare l’olocausto, insieme alle elaborazioni teoriche su come eventualmente utilizzarli, sono state e sono tutt’ora alla base dell’accezione più militarmente marcata della sicurezza internazionale. Addirittura, la compresenza dei due elementi su menzionati attribuisce allo Stato che ne può disporre apertamente la legittimazione – o, in alternativa, il potere di negoziarne il raggiungimento – a partecipare alla definizione delle regole di funzionamento del sistema nel suo complesso. La tesi qui presentata, frutto di una lunga esperienza di ricerca, è che tale processo, avviatosi già negli anni ’50, si sia perfezionato a partire dagli anni ’70. E’ stato questo, infatti, il decennio durante il quale le dinamiche di sicurezza della guerra fredda hanno perso buona parte della loro connotazione ideologica, per trasferirsi e riprodursi sul piano regionale extra-europeo attraverso l’esportazione del modello messo già a punto dalle due superpotenze, nei termini di entità statali dotate di capacità distruttive inusitate e per questo difficili da assoggettare alle altrui minacce.
Maria Stella Rognoni: Per una storia del concetto di “sicurezza” in Africa: interpretazioni e prospettive di ricerca
‘Sicurezza’ è un termine “ombrello”, che può abbracciare varie accezioni. Per l’Africa contemporanea, la sicurezza, proprio come lo sviluppo, è un concetto che, nel corso del tempo, non solo ha assunto significati diversi ma è stato fatto proprio da attori diversi, spesso con fini diversi e a volte tra loro confliggenti. Sebbene esista una vasta letteratura – più in ambito politologico che storiografico – sulle questioni di sicurezza in Africa (e nelle varie regioni che la compongono), manca ad oggi una storia del concetto di sicurezza che ricostruisca come esso sia stato via via inteso e applicato nei contesti africani, con varie conseguenze politiche, economiche e sociali. Da questa considerazione potrebbero partire molteplici e innovative piste di ricerca: sicurezza come fonte di legittimazione di un regime, di un movimento antagonista a quel regime, certo, ma anche sicurezza come modo di concepire le relazioni sociali (si pensi, per esempio, ai metodi di gestione della sicurezza su base locale). Il tema della sicurezza, in prospettiva storica, si offre poi come una lente privilegiata per vagliare le trasformazioni delle relazioni internazionali africane, data l’attenzione che grandi e medie potenze hanno sempre dedicato alla questione e alle ripercussioni connesse .
Note curriculari dei partecipanti
- Benedetta Calandra, ricercatore confermato e professore aggregato in Storia e istituzioni delle Americhe all’Università di Bergamo; Associate Fellow per la Johns Hopkins University, School of Advanced International Studies, SAIS Europe, Bologna, per a.a. 2016/17 e 2017/18; abilitazione Scientifica Nazionale per seconda fascia ottenuta nel Marzo 2014. Rappresentante per i Ricercatori in Senato Accademico per il triennio 2018-21. Membro del comitato direttivo della Società Italiana di Storia Internazionale (SISI); membro del comitato scientifico del Centro Interuniveristario di Storia e Politica Euro Americana (CISPEA). Ha conseguito nel 2005 un dottorato in Studi Americani, Università di Roma TRE e nel 2000 un Master of Arts-Area Studies, University of London, Institute of Latin American Studies. I suoi interessi di ricerca vertono prevalentemente attorno a politiche della memoria nel Cono Sud latinoamericano; esilio politico; politiche culturali tra Stati Uniti e America Latina; guerra fredda culturale. Ha pubblicato La guerra fria cultural en América Latina (coed.), (Biblos,Buenos Aires 2012); La guerra fredda culturale. Esportazione e ricezione dell American Way of Life in America Latina, (a cura di) (Ombre Corte, 2011). È autrice delle seguenti monografie. L’America della solidarietà. L’accoglienza dei rifugiati cileni e argentini negli Stati Uniti (1973-1983), Nuova Cultura, 2006; La memoria ostinata. H.I.J.O.S., i figli dei desaparecidos argentini, Carocci, 2004; Le strategie del sommerso. Economia informale e popolare in Cile durante e dopo il regime militare, Edizioni Lavoro, 2000. È autrice di articoli presso riviste specializzate (Contemporanea, Montevideo; Historia Actual, e Historia y Politica, Madrid; Estudia Historia, Salamanca; Bullettin of Latin American Research, Liverpool; “Contemporanea”,Bologna Il Mulino) e capitoli di libro in Europa, Stati Uniti e America Latina; tra i più recenti “It Is Not a Part of American History That We Are Proud of’. Declassification Projects in the United States (1993-2002)”, in Eugenia Allier-Montanho and Emilio Crenzel (eds), The Strugle for memory in Latin America, Palgrave,NY, 2015
- David Burigana, professore associato di Storia delle Relazioni Internazionali, Qualifié Professeur des Universités Section 22 Histoire moderne et contemporaine France, e membro del Consiglio Direttivo del CISAS Centro Studi e Ricerche Aerospaziali “Giuseppe Colombo” (Università di Padova), Work Package leader per la Space Diplomacy nel progetto Horizon2020 InsSciDE sulla Science Diplomacy, capo unità PRIN 2019, autore di diversi articoli e capitoli di volume su cooperazione aeronautica, degli armamenti e spaziale, su archive privati e pubblici in Europa e negli USA; suo ultimo articolo “Air, space and techno-scientific innovation in Italian foreign policy during the 1970s and 1980s”, in A. Varsori, B. Zaccaria (eds.), Italy in the International System from Détente to the End of the Cold War. The Underrated Ally, Palgrave, 2017; curator con Christine Bouneau, Experts and Expertise in Science and Technology in Europe since the 1960s. Organised Civil Society, Democracy and Political Decision-making, BRUSSELS, PIE-Peter Lang, 2018.
- Laura Fasanaro è ricercatrice di Storia delle relazioni internazionali e docente di Storia dell’integrazione europea al Dipartimento di Scienze politiche dell’Università Roma Tre. E’ autrice di diversi articoli e saggi sulla storia della guerra fredda, sulle relazioni italo-tedesche nel secondo dopoguerra e sulla storia della Commissione Europea. Ha pubblicato i seguenti volumi: La DDR e l’Italia. Politica, commercio e ideologia nell’Europa del cambiamento (1973-1985), Roma, Carocci, 2016; Energia contesa, energia condivisa. La Francia, il problema tedesco e la questione carbonifera nei due dopoguerra, Firenze, Polistampa, 2008.
- Marilena Gala è professore associato di Storia delle Relazioni internazionali presso il Dipartimento di Scienze Politiche dell’Università di Roma Tre, dove insegna due corsi di cui uno in inglese nel percorso di laurea magistrale International Studies di cui è coordinatrice. I suoi interessi di ricerca si sono concentrati in particolare sui rapporti transatlantici e il controllo degli armamenti, argomenti sui quali ha pubblicato sin dall’inizio della sua carriera. E’ stata Public Policy Scholar nel 2003 presso il Woodrow Wilson International Center di Washington, dove è tornata di nuovo nel 2010 con una borsa di studio di sei mesi (una Fulbright Foreign Scholarship). E’ inoltre una dei docenti del Nuclear Boot Camp – la summer school creata nell’ambito del Non-Proliferation International History Project finanziato dalla Carnegie Foundation.
- Maria Stella Rognoni è professore associato di Storia e Istituzioni dell’Africa presso il Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali dell’Università di Firenze. Si è occupata di temi legati al confronto bipolare in Africa e in India, alla decolonizzazione e al ruolo delle organizzazioni non governative nella cooperazione allo sviluppo. Attualmente studia la storia dell’Africa contemporanea nelle relazioni internazionali, con particolare attenzione al ruolo delle organizzazioni internazionali e ai rapporti fra Stati africani e potenze emergenti.