Presidente: Daniele Pasquinucci, Università di Siena.
Discussant: Antonio Varsori, Università di Padova
Relatori:
- David Burigana, Università di Padova, I frutti del passato? L’Italia e gli anni ’90 fra politiche dell’innovazione, sfida europea e “segreti” successi in orbita bassa;
- Lucia Coppolaro, Università di Padova, Commercio e globalizzazione: l’Italia e il negoziato commerciale dell’Uruguay Round (1986-1994);
- Federico Niglia, Università per Stranieri di Perugia, Effetto Berlusconi: la transizione politica degli anni Novanta e l’impatto sulla politica estera italiana;
Abstract
Il panel rilegge la storia della transizione italiana degli anni Novanta, interrogandosi sul modo attraverso cui la trasformazione del sistema paese – inteso come realtà politica ed istituzionale ma anche come complesso di attori economici e sociali – ha inciso sulla sua politica estera e sull’azione all’interno della nascente Unione Europea.
Nei primi anni Novanta l’Italia vive una stagione particolare e complessa, in quanto l’adattamento al nuovo sistema internazionale avviene in un contesto di profondo cambiamento interno: la fine della “repubblica dei partiti” si consuma in modo traumatico attraverso una crisi di sistema e una delegittimazione delle istituzioni. Il tutto avviene in un contesto di accresciuta preoccupazione per l’emergere di nuove minacce, simboleggiata dallo stragismo di mafia e da una situazione economica particolarmente problematica. A rendere il tutto più complicato è la trasformazione dell’economia mondiale, che modifica alcuni assunti di fondo e incide sull’economia del paese e sulla sua proiezione sui mercati e nel sistema monetario internazionale. Sebbene si possa affermare che gli anni Novanta non abbiano registrato significativi giri di boa nella politica europea ed estera dell’Italia, confermata nella sua collocazione euro-atlantica, è pur vero che il cambiamento interno ha modificato la struttura politica e socioeconomica del paese, con un riverbero sulla sua posizione e proiezione europea e internazionale. Il panel prenderà in esame tre trasformazioni strutturali che hanno interessato il paese nel periodo in questione. La prima è quella trasformazione del sistema partitico, con l’affermazione di nuove istanze e nuove forze politiche. Nello specifico, si discuterà di come l’emergere della nuova coalizione di centro-destra guidata da Silvio Berlusconi abbia inciso sul dibattito e sulle scelte europee e internazionali dell’Italia dal 1994 al 2001. La seconda trasformazione riguarda la dimensione economica e discute di come i mutamenti intercorsi nell’economia globale, sia in termini di flussi e modalità di scambio sia in termini di regole, abbiano influito sulla situazione interna del paese e su come abbiano ridefinito il suo ruolo nell’economia europea e globale. In un ultimo si affronterà la questione dell’impatto che il cambiamento tecnologico, nella sua applicazione al sistema produttivo e industriale, ha avuto sul sistema paese nel suo complesso e sulla sua capacità di agire nel sistema internazionale. Attraverso questi tre focus tematici il panel fornirà indicazioni utili non solo per spiegare i nuovi orientamenti della politica estera italiana, ma anche per ripensare il modello stesso della politica estera italiana. Nello specifico, si tenterà di mostrare che nel corso degli anni Novanta il “fare politica estera” in Italia ha assunto un significato più ampio attraverso l’inclusione di fattori e variabili che nel periodo antecedente al 1989 avevano avuto un valore meno evidente.
Interventi
David Burigana: I frutti del passato? L’Italia e gli anni ’90 fra politiche dell’innovazione, sfida europea e “segreti” successi in orbita bassa
Sul finire degli anni ’80 un economista, Cristiano Antonelli, animava la riflessione sull’innovazione e lo sviluppo industriale in Italia. Al centro di questa riflessione vi erano le “nuove” tecnologie della comunicazione, hardware e software, ma non solo. Emergeva non solo l‘interesse ma l’impegno italiano nelle nano e biotecnologie. Le politiche dei ministri Granelli e Ruberti, i più longevi prima della carrellata annuale degli anni ’90 fino a Luigi Berlinguer con Prodi e Ortensio Zecchino con D’Alema: Alessandro Fontana, lo stesso Berlinguer, Umberto Colombo e Stefano Podestà con Berlusconi. I primi ministri “della tecnologia” erano affiancati da “speciali” – o meglio abili – consiglieri diplomatici, i veri negoziatori delle cooperazioni bi- e multilaterali in seno al CERN e all’European Space Agency, con i singoli paesi europei – Francia, e Germania – con gli USA. Nella prima metà degli anni ’90, l’Italia avrebbe raccolto i frutti di questi negoziati tecno-scientifici. Possiamo considerare l’estensione del “successo” in uno dei settori meno noti all’opinione pubblica, ma fra gli unici ad aver superato l’impatto dell’adesione all’euro, ed oggi la crisi del 2007: il settore spaziale. Ne sono un simbolo le tre missioni degli astronauti italiani – Nespoli, Parmitano, Cristoforetti – ottenuti in pagamento dagli USA gestori del trasporto nello spazio – la navetta – per la realizzazione italiana dei moduli della futura Stazione Spaziale Internazionale in orbita dal 1998. Tre missioni ricche di ricadute tecno-scientifiche. In realtà, ci dobbiamo chiedere chi è alla base di un tale successo: scienziati, manager d’impresa, oppure i “responsabili” politici? Non è solo un problema economico ma d’innovazione, di come spendere e dove spendere per assicurarsi un futuro nella ricerca, nello sviluppo.
Lucia Coppolaro: Commercio e globalizzazione: l’Italia e il negoziato commerciale dell’Uruguay Round (1986-1994)
La globalizzazione, ossia l’integrazione dei mercati dei fattori produttivi che ha preso corpo dalla metà degli anni Settanta per intensificarsi negli anni Novanta, rappresenta il tratto caratterizzante della nostra epoca. Questo contributo descrive la posizione dell’Italia nella globalizzazione degli anni Novanta focalizzando l’attenzione sul ruolo del governo italiano nella conferenza commerciale GATT dell’Uruguay Round (1986-1994). Il negoziato fu promosso nel 1983 dal presidente americano Reagan, ebbe inizio nel 1986 a Punta del Este e si concluse a Marrakech nel 1994.
L’UR ha fortemente contribuito alla liberalizzazione del commercio internazionale, includendo nel regime GATT/WTO nuove aree, nuovi settori e nuovi attori e rappresentando così una tappa fondamentale della costruzione della globalizzazione. Il contributo ricostruisce la partecipazione italiana al negoziato commerciale, cercando di spiegare se e come il governo italiano abbia
contribuito a liberalizzare il commercio internazionale e a definire le regole e le istituzioni di tale liberalizzazione – e quindi della globalizzazione. Il contributo proverà inoltre a illustrare come la
liberalizzazione abbia ridefinito il ruolo dell’Italia nell’economia internazionale.
Federico Niglia: Effetto Berlusconi: la transizione politica degli anni Novanta e l’impatto sulla politica estera italiana
Le elezioni politiche del 1994 rappresentano un importante momento di svolta per la politica italiana, con l’affermazione di Silvio Berlusconi e di una coalizione di forze completamente nuova rispetto a quelle che avevano guidato il paese in precedenza. Il primo governo Berlusconi, data la sua breve durata, non fu in grado di incidere sugli orientamenti di politica estera del paese. Con la discesa in campo di Berlusconi ha però inizio un processo di riconfigurazione dei rapporto interno-internazionale: si fa sempre più largo l’idea di un’Italia sempre meno dipendente da modelli esterni. Si inizia a ridefinire il rapporto tra Italia ed Europa che, al netto degli orientamenti dei diversi governi, vede l’Italia in un rapporto vieppiù problematico con le istituzioni europee e con i paesi leader dell’Unione. Il riassetto della politica interna italiana avvenuto nel periodo compreso tra il 1994 e il 2001, quando Berlusconi ritorna al potere con una solida maggioranza, si riverbera sull’approccio italiano in Europa e, più in generale, nel sistema internazionale. In quel periodo si ridefinisce inoltre il sistema di alleanze dell’Italia, con l’emergere di nuove partnership (in particolare con la Russia). Il presente contributo mira a spiegare in che modo i cambiamenti occorsi nel sistema politico italiano abbiano influenzato sia gli orientamenti di fondo della politica estera del paese sia l’approccio degli italiani verso le scelte di politica europea ed estera.
Note curriculari dei partecipanti
- Lucia Coppolaro è Professore associato di storia delle relazioni internazionali presso il Dipartimento di Scienze politiche, giuridiche e studi internazionali dell’Università di Padova. Nel 2006 ha conseguito il Dottorato di Ricerca presso l’Istituto Universitario Europeo. Dal 2006 al 2011 è stata lecturer al Dipartimento di Economia dell’UniversitatPompeuFabra (Barcellona) e dal 2008 al 2014 post-doc fellow all’Università di Lisbona. Dal 2014 al 2017 è stata ricercatrice Rita Levi Montalcini presso il Dipartimento di Scienze Politiche dell’Università di Padova. Storica dell’integrazione economica europea e del commercio internazionale, Lucia Coppolaro concentra le sue ricerche sulla storia del GATT/WTO, sulla politica commerciale della CE/UE e sulla Banca Europea degli Investimenti. Su questi temi ha pubblicato numerosi articoli in riviste internazionali (ContemporaryEuropeanHistory, The International HistoryReview) e volumi collettanei con le maggiori case editrice internazionali (Routledge e Palgrave). La seconda edizione della sua monografia “The Making of a Wolrd Trading Power. The EC in the GATT Kennedy Round negotiations” è stata pubblicata da Routledge nel 2016. Lucia Coppolaro sta ultimando la sua seconda monografia intitolato “Clashing over commerce. The EC/EU trade policy from 1958 to 2018”.
- David Burigana, Professore associato di Storia delle Relazioni Internazionali, Qualifié Professeur des Universités Section 22 Histoire moderne et contemporaine France, e membro del Consiglio Direttivo del CISAS Centro Studi e Ricerche Aerospaziali “Giuseppe Colombo” (Università di Padova), Work Package leader per la Space Diplomacy nel progetto Horizon2020 InsSciDE sulla Science Diplomacy, capo unità PRIN 2019, autore di diversi articoli e capitoli di volume su cooperazione aeronautica, degli armamenti e spaziale, su archive privati e pubblici in Europa e negli USA; suo ultimo articolo “Air, space and techno-scientific innovation in Italian foreign policy during the 1970s and 1980s”, in A. Varsori, B. Zaccaria (eds.), Italy in the International System from Détente to the End of the Cold War. The Underrated Ally, Palgrave, 2017; curator con Christine Bouneau, Experts and Expertise in Science and Technology in Europe since the 1960s. Organised Civil Society, Democracy and Political Decision-making, BRUSSELS, PIE-Peter Lang, 2018.
- Federico Niglia ha conseguito il dottorato di ricerca in Storia dell’Europea nell’Università di Roma La Sapienza (2007) e successivamente è stato titolare di assegno di ricerca di Storia alla LUISS Guido Carli. È attualmente ricercatore a tempo determinato senior di Storia delle relazioni internazionali nell’Università per Stranieri di Perugia. Insegna la stessa materia presso la LUISS Guido Carli dal 2011. Ha tenuto incarichi di insegnamento nell’Università della Tuscia e nella St. John’s University. È il responsabile del Programma Formazione dell’Istituto Affari Internazionali. Già visiting fellow all’Università di Nizza e alla Fordham University. È autore di libri e articoli sul ruolo internazionale dell’Italia e sui rapporti italo-tedeschi. Tra le sue pubblicazioni: Fattore Bonn. La diplomazia italiana e la Germania di Adenauer (1945-1963), Le Lettere, Firenze, 2010; L’antigermanesimo italiano da Sedan a Versailles, Le Lettere, Firenze, 2012; con E. Diodato] Berlusconi the Diplomat: populism and foreign policy in Italy, Palgrave Macmillan, Basingstoke, 2018.
- Daniele Pasquinucci. Dal 2017 Professore ordinario di Storia delle relazioni internazionali presso il Dipartimento di Scienze sociali, politiche e cognitive dell’Università di Siena. Nel 1991 mi sono laureato in Scienze politiche all’Università di Siena. Nel 1992 ho avuto un contratto dalla Regione Toscana per una ricerca di storia elettorale. Nel 1993 ho vinto una borsa di studio post lauream annuale dell’Università di Siena per la frequenza a un corso di perfezionamento presso la Facultad de Geografia e Historia dell’Università di Salamanca. Nel 1997 ho conseguito il dottorato di ricerca in “Storia del federalismo e dell’integrazione europea” (coordinato dall’Università di Pavia). Dal 1997 al 1999 ho usufruito di una borsa di studio post-dottorato e dal 1999 al 2002 sono stato titolare di un Assegno di ricerca dell’Università degli Studi di Siena. Sono socio dell’Istituto storico della Resistenza in Toscana, dell’Associazione universitaria di studi europei, dell’Istituto socialista di studi storici, della Società italiana di Storia internazionale e della Società per gli studi di storia delle istituzioni. Sono membro del Comitato scientifico degli “Annali della Fondazione Ugo La Malfa”. Sono membro del Consiglio direttivo del Centro di Ricerca sull’Integrazione dell’Università di Siena. Dal 2000 al 2012 sono stato membro del Comitato scientifico del Master in European Studies “Il processo di costruzione europea”, coordinato dall’Università di Siena. Dal 2004 al 2007 ho diretto un Modulo Jean Monnet in “Storia delle istituzioni e delle politiche comunitarie”. Dal 2007 al 2012 sono stato segretario generale dell’Associazione Universitaria di Studi Europei (AUSE). Dal 2008 al 2011 ho diretto (insieme alla Prof. Daniela Preda) 4 progetti di ricerca finanziati dalla Commissione europea. Sono membro del Collegio docenti del Dottorato in Scienza politica – Politica comparata ed europea coordinato dall’Università di Siena. Dal 2014 sono titolare di una Cattedra Jean Monnet in Storia dell’integrazione europea.
- Antonio Varsori è titolare della cattedra “Jean Monnet” di Storia dell’integrazione europea presso l’Università degli Studi di Padova, Presidente della Società Italiana di Storia Internazionale nonché membro del Comitato per la Pubblicazione dei Documenti Diplomatici Italiani del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale. Ha tenuto lezioni in diverse istituzioni italiane ed europee, è associate fellow del Cold War Study Centre della London School of Economics e Membro associato del centro “IDEAS” della medesima Università; dal 2011 collabora con la School of Government dell’Università Luiss a Roma. È inoltre presidente del “groupe de liaison des historiens de l’Europe contemporaine auprés la Commission Européenne”; membro del comitato scientifico di riviste storiche di livello internazionale quali The Journal of European Integration History, Cold War History, Europa Europe e 49th Parallel. È membro fondatore del “Seminario di Storia internazionale dell’età contemporanea” nel quadro della “Società Italiana per lo Studio della Storia Contemporanea (SISSCO).